12 nov 2014

Metodo Feldenkrais: integrazione funzionale (IF®)

Nelle lezioni individuali le mani dell’insegnante guidano direttamente la persona a scoprire ed esplorare la propria struttura e il suo più intimo funzionamento.
Attraverso questa comunicazione non verbale l’allievo impara nuovi modi di muoversi e sentire. 
L’ insegnante aiuta l’allievo a individuare quali sono i suoi schemi di movimento abituali, per poi introdurne di nuovi. 
Gradualmente si scopre di potersi muovere con molta più facilità e con un’ampiezza di movimento inaspettata, si acquisisce più consapevolezza di sé e della propria auto-immagine.
L’allievo si lascia andare al tocco rispettoso dell’insegnante che in costante ascolto modula il suo lavoro in base alle risposte sensoriali ricevute dall’allievo. 
In questo tipo di lezioni l’allievo è passivo e l’insegnante lo conduce gradualmente nell’esplorazione di sé.
Ogni lezione sviluppa una particolare funzione motoria essenziale alla vita quotidiana, camminare, correre, stare seduti, voltarsi, nuotare, giocare a golf.
L’integrazione funzionale è un dialogo non verbale tra allievo e insegnante, in cui attraverso l’attenzione alle proprie sensazioni propriocettive e cinestesiche, si impara il rispetto di sé, una migliore organizzazione funzionale e a vivere in modo più comodo la quotidianità. 


Il Metodo Feldenkrais® e nello specifico l’Integrazione Funzionale®, non è un metodo curativo, ma un mezzo per acquistare consapevolezza del proprio corpo.
Ciò nonostante attraverso questo percorso dolori cronici e mal di schiena si attutiscono e si ritrova la gioia di potersi muovere liberamente.

Da M. Feldenkrais, “Corpo e mente”, 1980:

Inizio facendo distendere la persona sul dorso. Questa posizione è volta a ridurre gran parte dell’influenza della gravità sul corpo, in modo da liberare il sistema nervoso. La reazione del sistema nervoso alla forza di gravità è un’abitudine e, in tali circostanze, non esiste alcun modo per indurre i muscoli a rispondere in maniera diversa allo stesso stimolo, che rappresenta il miglior mezzo per rieducare il corpo.
[...]

A tempo debito insegno alle persone ricorrendo [fino a] trenta situazioni corporee diverse, passando alla posizione seduta, alla stazione eretta, al cammino e all’equilibrio su […] dei rulli.

Da M. Feldenkrais, L’ovvio elusivo:

L’Integrazione Funzionale è essenzialmente non-verbale. Risulta efficace perché la persona che vi ricorre avendo subito un danno [...] non è più in grado di aiutarsi. La fiducia in se stessi è compromessa e la maggior parte dei trattamenti producono tutt’al più miglioramenti superficiali. (Nell’Integrazione Funzionale)… vengono coinvolte le sensazioni cinestesiche più profonde formatesi nella prima infanzia. La persona si ritrae da ciò che accade nel mondo esterno ed è completamente assorbita dall’impegno di prestare ascolto ai propri cambiamenti interni. I movimenti oculari più uniformi, la rotazione del capo, il cambiamento della distribuzione della pressione sulle piante dei piedi, la riduzione della tensione intercostale, il completamento degli schemi muscolari antigravitazionali necessari per una chiara percezione della verticalità nella stazione eretta non possono verificarsi in assenza di un completo cambiamento del funzionamento neuronale della corteccia intenzionale o motoria e di quella sensoriale.
Il tono muscolare diventa più uniforme e si abbassa. Prevale una sensazione di benessere. La respirazione diventa regolare, le guance più colorite. Gli occhi sono più luminosi, più grandi, più umidi e brillano. Alle fine ci si strofina gli occhi come al risveglio dopo un sonno ristoratore.

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